Quando è stata ospite di Patrizio Paoletti a 21 Minuti nel 2011, Fiona May ha ricordato ciò che sua nonna le ripeteva da bambina e che l’ha guidata per tutta la vita: “Non è quello che fai, è come lo fai”. Un messaggio che assume una forza speciale sulle labbra di una donna dei record, che ha collezionato non solo successi sportivi, ma anche accademici e nel mondo dello spettacolo, senza dimenticare il titolo di Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana conferitole nel 2000.
Nel suo speech, Fiona May ha condiviso con la community di 21 Minuti gli elementi chiave del suo human inner design: il riferimento ai modelli, il pensiero positivo, la responsabilità e la necessità di “fare con il cuore”.
La giovane Fiona May, la cui famiglia arrivava dalla Jamaica nel Regno Unito, racconta come fu ispirata da una specifica immagine del lunghista statunitense Bob Beamon che suo padre le regalò proprio per incoraggiarla. Una foto dell’atleta sospeso nel vuoto durante il salto rappresenta per Fiona il riferimento dello stato che desidera. Come ha condiviso a 21 Minuti:
“Però quella è la verità per fare il salto in lungo: è quel nanosecondo in più per volare. Quando fai un salto perfetto, non si sente niente! Ti stacchi, poi alla fine c'è un silenzio. Stai guardando in avanti, senti questo nulla, niente ma tutto. Non sei contenta, né infelice. Si sente la potenza di tutto il mondo, poi un granello di sabbia. È bellissimo! Ma durava pochissimo! Oh fa male! Però tu hai visto.”
Come ricorda l’atleta e attrice, il suo non è stato un percorso privo di ostacoli, ha dovuto far fronte ai pregiudizi. Eppure, ha coltivato un pensiero positivo, come ricorda citando a più riprese Mario Alonso Puig, che l’ha preceduta sul palco di 21 Minuti. Un pensiero positivo condiviso con il compagno Gianni Iapichino, con il quale sono cresciuti insieme come atleti. Un pensiero positivo connesso alla capacità di restare semplici, umili e veri, perché questa è la prima responsabilità che Fiona sente di dover manifestare nella sua vita e di dover insegnare a sua figlia, Larissa, che da poco ha superato uno dei record più importanti della madre. Un record superato anche grazie alla guida del padre Gianni che, anche dopo la separazione tra lui e Fiona, continua ad essere il coach di Larissa a cui la giovane atleta riconosce un profondo debito di gratitudine.
A 21 Minuti Fiona ha evidenziato la necessità di “fare con il cuore”, per fare bene, perché è la dimensione valoriale che dà senso ai successi e permette di farli vivere appieno, evitando che restino vuoti o persino nocivi per chi li consegue. Fiona, donna e mamma, condivide come i suoi talenti siano la sua responsabilità – “più vai all’apice, più responsabilità hai” – responsabilità di farli fiorire, di trasformarli in successi, ma anche di farlo restando profondamente umani, testimoni per i nostri figli e per il mondo.
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